Un’indagine globale sull’uso di materiali e reagenti di origine animale nella sperimentazione scientifica: risultati

Molti esperimenti in vitro che utilizzano colture cellulari o tissutali e che vengono definiti “senza animali” implicano in realtà l’utilizzo di materiali o reagenti di origine animale (ad es. siero fetale bovino, anticorpi, enzimi, ecc.) ma gli scienziati spesso non sono consapevoli della loro presenza. L’utilizzo di questi materiali è connesso sia a problemi etici di sofferenza animale, che scientifici. OSA in collaborazione con EURL-ECVAM ed altri partners e grazie al contributo economico di ICare Europe Odv ha recentemente completato uno studio sull’utilizzo di tali materiali e reagenti, sotto forma di sondaggio. I risultati dello studio, che riassumiamo sotto, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Engineering in Life Sciences:

  • Vi è un esteso utilizzo di materiali  e reagenti di origine animale in particolare siero fetale bovino (77%), anticorpi (72%), enzimi (65%), paradossalmente proprio nelle procedure di laboratorio che dovrebbero sostituire i test sugli animali (colture cellulari, ricerca in vitro);
  • Vi è uno scarso livello di consapevolezza/conoscenza delle alternative ai materiali e reagenti di origine animale (complessivamente il 57% ha indicato un livello di consapevolezza basso, estremamente basso/nullo o non era sicuro sulla risposta);
  • Siamo di fronte ad un inadeguato livello di educazione ed informazione riguardo i materiali e reagenti non-animali chimicamente definiti: il 75% ha indicato una qualità inadeguata dell’educazione o non era sicuro sulla risposta.
  • La variabilità da lotto a lotto o la bassa riproducibilità degli esperimenti, nonché i problemi etici (sofferenza animale) sono stati individuati come i principali problemi associati all’utilizzo di materiali e reagenti animali. Altre frequenti problematiche riguardavano la bassa trasferibilità dei risultati agli esseri umani, la presenza di componenti non definiti, o il rischio di contaminazione con agenti patogeni.
  • Una percentuale non trascurabile di scienziati (31%) non ha mai considerato l’utilizzo di alternative, oppure non è a conoscenza delle problematiche collegate all’uso di ingredienti di origine animale (9%)
  • La mancanza di consapevolezza riguardo alla disponibilità di materiali e reagenti non animali è stata la ragione principale per non considerare i metodi alternativi. Altri motivi riguardavano la tendenza ad affidarsi a protocolli già esistenti/conosciuti o la mancanza di fondi.

Inoltre:

  • Coloro che non avevano mai considerato l’uso di alternative o che non erano a conoscenza delle problematiche associate ai materiali e ai reagenti di origine animale, hanno indicato più frequentemente anche un livello di educazione o istruzione inadeguati sul tema dei metodi alternativi;
  • Le pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali ed i seminari online sono stati identificati dai partecipanti quali strumenti più utili e di impatto per l’educazione e la formazione sul tema;
  • Il 61% degli intervistati ha espresso il proprio interesse a saperne di più sulle alternative animal free, mentre il 39% ha dichiarato di non essere interessato. Tra le persone interessate, la maggioranza erano studenti o post-doc.

Questi risultati verranno utilizzati per lanciare una campagna di sensibilizzazione per promuovere l’utilizzo di alternative completamente animal-free, per una ricerca in vitro più etica e scientificamente più rigorosa.

Perché è importante?

Questo sondaggio fornisce molte informazioni utili ad aumentare la consapevolezza su questo argomento e migliorare la qualità della ricerca biomedica. Le alternative non animali stanno diventando sempre più disponibili e il loro uso viene incoraggiato dalla Direttiva UE 2010/63 e da un documento guida accettato a livello mondiale chiamato GOOD IN VITRO METHOD PRACTICES emesso dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per aumentare continuamente la disponibilità di nuove tecnologie al fine di migliorare la qualità della ricerca scientifica e contribuire alla visione olistica alla base del “One Health” che si basa sul concetto che la salute umana, animale e dell’ecosistema siano legate indissolubilmente.

“Da 30 anni cerchiamo di aumentare la consapevolezza dell’elevato valore degli esperimenti in vitro per dare risposte migliori a molte delle nostre domande sulle scienze della vita, per promuovere la salute di Persone, Animali, del Pianeta e rivolgendo l’attenzione anche anche verso i gruppi più vulnerabili della società. Abbiamo bisogno per questo di un’impegno globale da parte della comunità e dei migliori strumenti scientifici . I metodi di coltura cellulare e tissutale in vitro che non fanno uso di ingredienti, materiali e reagenti animali ma di alternative chimicamente definite e di alta qualità, contribuiscono a questa visione.”

PhD, MSC, BSc Sandra COECKE
Centro comune di ricerca della Commissione europea

Si ringrazia ICare odv per la sponsorizzazione economica del progetto.

Riferimenti bibliografici

https://growkudos.com/publications/10.1002%25252Felsc.202100167/reader

Cassotta, M, Bartnicka, JJ, Pistollato, F, et al. A worldwide survey on the use of animal-derived materials and reagents in scientific experimentation. Eng Life Sci. 2022; 1– 20. https://doi.org/10.1002/elsc.202100167