Un passo importante verso una scienza non solo più etica ma anche più innovativa e responsabile
Recentemente, il TAR del Lazio ha accolto la richiesta della LAV (Lega Anti Vivisezione) ed ha sospeso per sei mesi i test sui cani beagle presso Aptuit, un’azienda farmaceutica con sede a Verona, coinvolta in pratiche di sperimentazione animale.
Il TAR, nella sentenza dichiara che “appaiono sussistere gravi illegittimità commesse all’interno dello stabulario in relazione alla modalità di detenzione dei cani nonché in relazione alla qualificazione del dolore, alla classificazione delle procedure ed alla pratica del riutilizzo; – che per l’articolo 9 della Costituzione e per l’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea è necessario assicurare il benessere degli animali” (Comunicato Stampa LAV – 26 Giugno 2024)
La decisione, ha sollevato un dibattito acceso sulla necessità scientifica e l’etica di tali sperimentazioni.
La sperimentazione animale spesso implica pratiche stressanti e dolorose
Sebbene chi difende queste pratiche preferisca il termine “sperimentazione animale” a “vivisezione” per attenuarne l’impatto emotivo, è innegabile che esse possano includere interventi altamente invasivi. Test di tossicità, induzione di tumori, gravi malattie o lesioni, sono esempi lampanti di queste pratiche, condotte su diverse specie animali, compresi i cani.
Noi di OSA (Oltre la Sperimentazione Animale), oltre ovviamente all’aspetto etico e del benessere animale, siamo particolarmente interessati all’aspetto scientifico-metodologico della ricerca biomedica e alla salute dei pazienti. La nostra è infatti un’associazione guidata da biologi, medici, tossicologi, ricercatori nel campo delle scienze della vita, psicologi, veterinari, ecc. che condividono la missione di promuovere una ricerca scientificamente valida ed eticamente sostenibile.
La sperimentazione animale non è solo un problema di benessere animale ma anche e soprattutto un problema scientifico-metodologico
La sperimentazione animale non solleva solo questioni etiche ma pone anche seri problemi scientifici. Le statistiche sono eloquenti: oltre il 90% dei farmaci ritenuti sicuri ed efficaci nei modelli animali si dimostrano inefficaci o addirittura tossici negli esseri umani. Questo dato mette in luce l’inefficienza dei modelli animali nel replicare la complessità delle condizioni umane, portando a risultati fuorvianti e rallentando il progresso della ricerca biomedica. I modelli animali non riescono a catturare la complessità biologica e fisiologica delle malattie umane. La diversità genetica, le differenze metaboliche e le risposte immunitarie tra specie spesso rendono i risultati ottenuti sugli animali non trasferibili agli esseri umani. Ciò non soltanto mette a rischio la sicurezza e salute dei volontari delle prime fasi cliniche ma rallenta la scoperta di cure efficaci, lasciando i pazienti bisognosi di cure soffrire e morire. La comunità scientifica riconosce sempre di più questi problemi e la necessità di superarli, focalizzando la ricerca sulla biologia umana e non sugli animali.
I Nuovi Approcci Metodologici (NAMs)
Se fino a un ventennio fa si poteva ancora discutere sulla necessità dell’utilizzo di animali poiché non vi erano alternative, oggi le cose sono cambiate e stanno cambiando sempre di più verso un nuovo paradigma. I Nuovi Approcci Metodologici (NAMs) rappresentano una rivoluzione nell’approccio alla ricerca e alla sperimentazione: dai “metodi alternativi” pensati per sostituire i test sugli animali, visti come costosi e non etici, si è passati allo sviluppo di metodi avanzati basati su cellule, tessuti e organoidi di origine umana. Questo nuovo paradigma si concentra sullo studio dei meccanismi biologici nell’essere umano, piuttosto che sugli effetti osservati negli animali sottoposti a esperimenti. Riconosciuti i limiti dei test in vivo sugli animali, oggi si lavora per creare modelli più avanzati e precisi, necessari per comprendere e curare le malattie umane e proteggere la sicurezza dei pazienti. Per i NAMs quindi, il principale motore è la necessità di ottenere risposte che i test sugli animali non sono in grado di fornire.
Si tratta di approcci emergenti ed in rapidissima espansione e vi sono numerosi esempi in cui i NAMs si sono già dimostrati più rilevanti per la biologia umana e più predittivi dei modelli animali.
Secondo noi la sospensione dei test sui beagle da parte del TAR rappresenta un’ occasione importante per riflettere e volgersi verso una scienza più innovativa, etica e responsabile. E’ fondamentale la collaborazione di tutti noi, scienziati e non, per abbattere gli ostacoli ed i pregiudizi verso l’adozione e sviluppo di NAMs e favorire ed accelerare il necessario cambiamento di paradigma che è già in atto.