Le pratiche di routine e lo stress negli animali da laboratorio

Al di là delle procedure sperimentali, che possono essere fonte di sofferenza più o meno grave, gli animali che vivono nei laboratori sono sottoposti a condizioni di vita completamente innaturali: ad esempio animali prevalentemente notturni come i topi e i ratti sono costretti ad una vita diurna, costellata da rumori ambientali, in condizioni di affollamento [1, 2, 3], mentre animali sociali sono costretti a condizioni di isolamento.

Le pratiche di routine come la manipolazione, i prelievi di sangue o altri campioni biologici, la somministrazione forzata di farmaci attraverso le sonde oro-gastriche, causano notevole stress negli animali da laboratorio [4, 5].

Tutto ciò causa cambiamenti significativi nei parametri fisiologici correlati allo stress, come ad esempio le concentrazioni plasmatiche di molti ormoni, del glucosio, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, nonché modificazioni nella risposta immunitaria e nel comportamento [5, 6, 7]. 

marcatura

Immagine 6 di 7

Tali fattori, oltre a rappresentare un problema dal punto di vista etico, per il benessere animale, influiscono negativamente sulla riproducibilità e la rilevanza degli esperimenti sugli animali, rendendoli discutibili dal punto di vista metodologico [3, 6, 7 ].

Inoltre topi e ratti hanno dimostrato empatia, con la capacità di provare stress e dolore per i vicini: un animale che sta vicino o vede un altro animale in condizione di stress, prova stress per “simpatia” [8]. Questo aspetto potrebbe ulteriormente alterare in modo significativo ed imprevedibile l’interpretazione dei risultati degli esperimenti, contribuendo ad una scarsa riproducibilità.

Allo stress “di base” della vita e delle pratiche routinarie di laboratorio, si aggiunge anche lo stress procurato dalle specifiche pratiche sperimentali.

Riferimenti bibliografici 

[1] Lauer AM, May BJ, Hao ZJ, Watson J. Analysis of environmental sound levels in modern rodent housing rooms. Lab Anim (NY). 2009;38(5):154–160. doi:10.1038/laban0509-154

​[2] Castelhano-Carlos, M. J. and Baumans, V. (2009). The impact of light, noise, cage cleaning and in-house transport on welfare and stress of laboratory rats. Lab Anim 43, 311-327. doi:10.1258/la.2009.0080098

​[3] Milligan, S. R., Sales, G. D. and Khirnykh, K. (1993). Sound levels in rooms housing laboratory animals: An uncontrolled daily variable. Physiol Behav 53, 1067-1076. doi:10.1016/0031-9384(93)90361-i

​[4] Crabbe, J. C., Wahlsten, D. and Dudek, B. C. (1999). Genetics of mouse behavior: Interactions with laboratory environment. Science 284, 1670-1672. doi:10.1126/science.284.5420.1670

​[5] Balcombe, J. P., Barnard, N. D. and Sandusky, C. (2004). Laboratory routines cause animal stress. Contemp Top Lab Anim Sci 43, 42-51.

​[6] Wahlsten, D., Metten, P., Phillips, T. J. et al. (2003). Different data from different labs: Lessons from studies of gene-environment interaction. J Neurobiol 54, 283-311. doi:10.1002/neu.10173

​[7] Garner, J. P. (2005). Stereotypies and other abnormal repetitive behaviors: Potential impact on validity, reliability, and replicability of scientific outcomes. Ilar j 46, 106-117. doi:10.1093/ilar.46.2.106 

[8] Langford, D. J., Crager, S. E., Shehzad, Z. et al. (2006). Social modulation of pain as evidence for empathy in mice. Science 312, 1967-1970. doi:10.1126/science.1128322