Il (fuorviante) ruolo dei modelli animali nello sviluppo di farmaci

L’utilizzo dei modelli animali nello sviluppo di farmaci: vantaggi, limiti e alternative emergenti

Lo sviluppo di nuovi farmaci è un processo lungo e complesso, che spesso passa attraverso l’uso di modelli animali per testare l’efficacia e la sicurezza di molecole potenzialmente utili. Tuttavia, un recente articolo pubblicato su Frontiers in Drug Discovery sottolinea come l’utilizzo di modelli animali, sebbene ancora diffuso, presenti numerosi limiti e rischi di risultati fuorvianti.

I limiti dei modelli animali

Uno dei principali punti critici è la limitata capacità dei modelli animali di predire accuratamente le risposte fisiologiche umane. Sebbene molti farmaci approvati dagli enti regolatori abbiano superato con successo i test sugli animali, una percentuale significativa fallisce nelle successive fasi cliniche umane. Le differenze tra specie animali e uomo, sia a livello fisiologico che molecolare, rendono difficile estrapolare i dati in modo accurato. Ad esempio, le risposte immunitarie, i meccanismi metabolici e la farmacocinetica variano sensibilmente tra specie, causando talvolta esiti non rappresentativi per l’uomo.

Il tasso di fallimento nelle fasi avanzate dello sviluppo farmaceutico evidenzia ulteriormente il problema. Nonostante un farmaco possa apparire sicuro ed efficace nei modelli animali, molte molecole mostrano tossicità o inefficacia nelle fasi cliniche su pazienti umani. Questo non solo rallenta il processo di sviluppo, ma aumenta anche i costi per le aziende farmaceutiche e può potenzialmente esporre i pazienti a rischi evitabili.

Il ruolo della regolamentazione

Un altro aspetto critico discusso nell’articolo riguarda il ruolo delle agenzie regolatorie come l’EMA, che richiedono test su animali come condizione obbligatoria prima della sperimentazione clinica sugli esseri umani. Sebbene ciò sia fatto per motivi di sicurezza, l’affidabilità limitata dei modelli animali pone questioni etiche e scientifiche su quanto sia davvero necessario continuare su questa strada – scrive Thomas Hartung – direttore del Center for Alternatives to Animal Testing (CAAT) presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e autore dell’articolo.

Alternative emergenti

Negli ultimi anni, la scienza ha fatto grandi progressi nello sviluppo di modelli alternativi che potrebbero sostituire, o quantomeno ridurre, l’uso di animali nella ricerca farmaceutica. Tra queste alternative ci sono i modelli in vitro basati su cellule umane e i modelli computazionali avanzati, inclusa l’intelligenza artificiale. Questi strumenti, combinati con la crescente disponibilità di dati genomici e proteomici, stanno portando a previsioni più accurate sulle risposte umane. I modelli in vitro complessi, come gli organ-on-a-chip, permettono di simulare il comportamento di interi organi umani, consentendo una valutazione più precisa dell’efficacia e della sicurezza di un farmaco. L’intelligenza artificiale, inoltre, ha il potenziale per accelerare l’identificazione di nuovi candidati farmaceutici, riducendo drasticamente i costi e i tempi di sviluppo.

Considerazioni etiche e future prospettive

Oltre ai vantaggi scientifici, la riduzione dell’uso di animali risponde anche a un crescente movimento etico a favore del benessere animale. Sempre più istituzioni e ricercatori stanno adottando la filosofia delle “3R”: Ridurre, Raffinare e Rimpiazzare l’uso di animali nelle sperimentazioni scientifiche. Il futuro dello sviluppo farmaceutico sembra destinato a fare sempre meno affidamento sui modelli animali, in favore di tecnologie più avanzate e rappresentative delle reali condizioni umane.

In conclusione, l’articolo su Frontiers in Drug Discovery evidenzia l’importanza di rivedere criticamente il ruolo dei modelli animali nello sviluppo di farmaci e di continuare a investire nelle tecnologie emergenti che possono rivoluzionare questo campo. Le alternative disponibili non solo promettono maggiore accuratezza e sicurezza, ma offrono anche soluzioni più etiche.

LInk all’articolo:

https://www.frontiersin.org/journals/drug-discovery/articles/10.3389/fddsv.2024.1355044/full