La validità dei test comportamentali sui roditori, ampiamente utilizzati per valutare gli stati d’ansia e gli effetti dei farmaci ansiolitici, è stata messa in dubbio, poiché spesso tali test non riescono a produrre risultati coerenti quando replicati in modo indipendente.
In questo studio, gli autori hanno valutato la sensibilità dei comuni test comportamentali relativi all’ansia nei topi per rilevare gli effetti ansiolitici dei farmaci prescritti per trattare l’ansia negli esseri umani. E’ stata condotta una revisione sistematica di 814 studi che riportavano gli effetti di 25 composti ansiolitici utilizzando i più comuni test comportamentali sui topi. Le meta-analisi hanno dimostrato che 15 su 17 misure comportamentali dell’ansia nei topi NON avevano rilevato in modo affidabile gli effetti dei composti ansiolitici nell’uomo. Gli autori hanno evidenziato notevoli variazioni tra gli studi in termini sia quantitativi che qualitativi per quanto riguarda l’effetto della maggior parte degli ansiolitici. Tali risultati indicano una generale mancanza di sensibilità di questi test comportamentali e mettono seriamente in discussione la loro validità.
L’uso di un modello, ed in particolare di un modello animale per la ricerca può essere giustificato solo quando i risultati ottenuti attraverso tale modello sono informativi, replicabili, e trasferibili all’uomo.
I risultati del presente studio indicano che le misure comportamentali più comuni dell’ansia nei topi hanno scarsa o nulla sensibilità per valutare i composti ansiolitici comunemente usati per il trattamento dell’ansia negli umani. Questi risultati suggeriscono inoltre che la maggior parte dei risultati dei test hanno anche una scarsa validità predittiva per la scoperta di nuovi composti per trattare i disturbi d’ansia negli esseri umani e indicano un alto tasso di falsi negativi per i singoli studi. Ciò significa in parole semplici che dei composti potenzialmente efficaci nell’uomo potrebbero con elevata probabilità non dimostrarsi efficaci nel modello animale e quindi essere cestinati.
Test sugli animali scarsamente convalidati che producono risultati inaffidabili non riescono a generare nuova conoscenza e, di conseguenza, non sono eticamente accettabili.
Alla luce di una ricerca scientificamente valida ed eticamente responsabile, gli scienziati concludono chiedendo una revisione dei test comportamentali sull’ansia nei topi e lo sviluppo di test più predittivi.
Link all’articolo:
Rosso, M. et al. Reliability of common mouse behavioural tests of anxiety: A systematic review and meta-analysis on the effects of anxiolytics. Neurosci Biobehav Rev. 2022 Dec:143:104928. doi: 10.1016/j.neubiorev.2022.104928. Epub 2022 Oct 29.