Finanziamenti alla ricerca neuroscientifica: la sperimentazione animale frena l’innovazione?

Negli ultimi anni, l’attenzione verso metodi di ricerca alternativi all’uso di animali in laboratorio è cresciuta in modo significativo. Tecnologie come organoidi, organs-on-chip e simulazioni computazionali promettono di ridurre la sperimentazione animale offrendo modelli più accurati e predittivi per la ricerca biomedica. Tuttavia, un recente studio suggerisce che il sistema di finanziamento della ricerca, in particolare presso i National Institutes of Health (NIH) negli Stati Uniti, potrebbe essere affetto da un pregiudizio a favore delle metodologie tradizionali basate sugli animali, ostacolando così la diffusione di queste innovazioni.

Uno studio sull’ “animal methods bias”

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica bioRxiv, ha analizzato il possibile “animal methods bias” nel processo di revisione dei finanziamenti NIH per la ricerca nel campo delle neuroscienze. Utilizzando strumenti pubblici come iCite e RePORTER, i ricercatori hanno valutato il livello di competenza dei revisori NIH in metodi basati su animali e la correlazione tra questa competenza e il tipo di progetti finanziati.

L’analisi ha coinvolto 23 sezioni di studio NIH, responsabili della valutazione di progetti di ricerca di base, traslazionale e preclinica in neuroscienze. I risultati hanno evidenziato che la maggior parte dei revisori ha una formazione prevalentemente in metodi basati sugli animali, con una competenza media del 43% in questo ambito, rispetto al 22% per gli studi su soggetti umani e al 33% in biologia cellulare e molecolare.

Quali progetti vengono finanziati?

L’indagine ha analizzato 679 progetti finanziati negli ultimi otto mesi, scoprendo che il 72% di essi prevedeva l’uso di animali, mentre solo il 16% adottava metodologie alternative (NAMs – New Approach Methodologies) e il 12% si basava su studi su soggetti umani. Inoltre, i progetti che impiegavano NAMs ricevevano un finanziamento significativamente inferiore rispetto a quelli basati su modelli animali: le ricerche esclusivamente su animali hanno assorbito l’83,6% dei fondi, mentre le ricerche basate unicamente su NAMs ne hanno ricevuto appena l’8%.

Un problema culturale e strutturale

Il forte squilibrio nei finanziamenti non sembra derivare da un’effettiva inefficacia dei NAMs, ma piuttosto da un circolo vizioso istituzionale: i revisori NIH, essendo principalmente esperti di metodologie tradizionali, potrebbero avere difficoltà nel valutare progetti basati su approcci innovativi. Questo fenomeno, chiamato in inglese “cognitive particularism”, porta inconsapevolmente a favorire le ricerche che impiegano tecniche con cui i revisori hanno familiarità.

Come superare il bias?

Gli Autori propongono alcune soluzioni per ridurre l’”animal methods bias” nei finanziamenti alla ricerca:

  • Maggiore formazione per i revisori: I membri delle commissioni di valutazione dovrebbero ricevere un addestramento specifico sulle metodologie alternative per comprendere meglio il loro valore scientifico.
  • Apertura a esperti di NAMs nei comitati di revisione: Ampliare la rappresentanza di specialisti in tecnologie innovative potrebbe garantire una valutazione più equa dei progetti.
  • Trasparenza nei finanziamenti: NIH dovrebbe fornire dati più dettagliati sui metodi utilizzati nei progetti finanziati e su quelli respinti, per evidenziare eventuali discriminazioni nei confronti delle alternative alla sperimentazione animale.
  • Creazione di bandi specifici per NAMs: Investire in programmi di finanziamento dedicati esclusivamente alle nuove metodologie potrebbe accelerarne lo sviluppo e l’adozione.

Lo studio offre un’importante riflessione sul modo in cui i finanziamenti alla ricerca vengono distribuiti. Se l’obiettivo è migliorare la rilevanza della scienza per la salute umana e ridurre l’uso di animali, è essenziale garantire che le metodologie alternative ricevano un sostegno equo. Affrontare il bias nei finanziamenti potrebbe rappresentare un passo fondamentale verso una ricerca più etica, efficace e orientata al futuro.

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Bibliografia

Trunnell, E. R., & Roe, K. V. (2025). Predominance of animal-based expertise may bias NIH neuroscience grant review: A pilot study with implications for non-animal methodologies. bioRxiv. https://doi.org/10.1101/2025.02.28.640877