Il concetto delle 3R (replacement, reduction, refinement) proposto da Russell e Burch sembra ora essere ampiamente accettato. Tuttavia, i loro avvertimenti riguardo la dipendenza dagli animali come modelli per l’uomo, il problema insormontabile delle differenze di specie e l’impatto della variabilità umana, sono stati minimizzati o addirittura ignorati. Sono stati introdotti schemi per l’analisi del danno-beneficio della sperimentazione animale, ma l’attenzione è stata in gran parte concentrata sui danni agli animali, piuttosto che sul beneficio diretto e indiretto per gli esseri umani, che è molto più difficile da valutare.
Dovrebbe essere dato un maggiore riconoscimento ai danni diretti o indiretti agli esseri umani derivanti dall’attuale eccessivo affidamento della ricerca biomedica e dei test sui dati ottenuti da esperimenti su animali. Ciò sarà difficile da ottenere nel clima attuale, data la vigorosa difesa della sperimentazione animale da parte di coloro che hanno conflitti d’interesse, la confusione sulle responsabilità per la regolamentazione della sperimentazione animale, le gerarchie delle autorità di regolamentazione che richiedono o limitano gli esperimenti sugli animali e le affermazioni esagerate sull’attuale disponibilità di nuovi approcci metodologici (NAMs) e strategie pertinenti ed affidabili per il loro utilizzo.
Coloro che difendono la sperimentazione animale a tutti i costi dovrebbero assumersi parte della responsabilità per i danni agli esseri umani, ai pazienti, che ne derivano. Nel frattempo, dovrebbero essere dedicate maggiori energie e risorse allo sviluppo, validazione ed applicazione di nuovi approcci che non fanno uso di animali.
Michael Balls, zoologo, Professore emerito di biologia cellulare all’univrsità di Nottingham (UK)
Link all’articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34836474/