Nel 1959 gli accademici britannici William Russell e Rex Burch, membri della Universities Federation of Animal Welfare, pubblicarono “The Principles of Humane Experimental Technique”. In questo trattato proposero il principio delle 3R (Riduzione, Affinamento, Sostituzione), per una sperimentazione animale più etica e capace di ridurre al minimo le sofferenze causate agli animali da laboratorio. Nei 60 anni trascorsi dalla pubblicazione di questo trattato, le 3R sono state progressivamente accettate in tutto il mondo come modalità per affrontare i dilemmi etici e scientifici riguardanti la sperimentazione animale. Tuttavia, l’idea di utilizzare gli animali come modelli per gli esseri umani persiste, apparentemente quasi incontrastata in gran parte della comunità scientifica, nonostante i problemi delle differenze tra specie e la variabilità umana enunciati nei Principi.
In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica ATLA, il Prof. Michael Balls, zoologo e professore emerito alla Faculty of Medicine and Health Sciences, dell’Università di Nottingham, propone che è tempo di smettere di limitarsi all’obiettivo del benessere animale delle 3R, a favore di un concetto più ampio di umanità, che abbracci anche il benessere umano. Inoltre, poiché meno del 10% dei nuovi farmaci passa con successo dai test preclinici, basati sui modelli animali, ai pazienti umani, egli sostiene che l’obiettivo non dovrebbe essere quello di sostituire direttamente i test sugli animali con metodi non animali con obiettivi simili e che producono risultati simili, ma di cambiare del tutto visione, sfruttando i più recenti sviluppi nel campo della biologia cellulare e nell’informatica ed i nuovi approcci metodologici per la ricerca, incentrati sulla biologia umana.
Ciò permetterebbe di ideare strategie completamente nuove ed autonome per i test preclinici, che porterebbero beneficio sia agli animali che ai pazienti. Nelle situazioni in cui le malattie umane o la sicurezza sono l’obiettivo principale, la sostituzione degli animali è necessaria non solo per evitare la sofferenza ma per migliorare drasticamente la nostra comprensione delle malattie umane e degli effetti negativi sugli esseri umani.
Uno dei più grandi errori nello sviluppo e nella convalida dei metodi alternativi è stato quello di utilizzare i test sugli animali come standard di riferimento, senza considerare che i test sugli animali non forniscono dati rilevanti ed affidabili per l’uomo.
Balls ritiene che dovremmo abbandonare il concetto delle 3R nella forma in cui è stato originariamente proposto 60 anni fa, poiché il problema non riguarda solo il benessere degli animali e la disumanità nei loro confronti. L’uso non scientifico, non necessario e insensato della sperimentazione animale non riguarda solo la sofferenza animale: anche gli esseri umani soffrono, a causa di effetti avversi gravi, a volte persino fatali, che i test sugli animali spesso non sono in grado di prevedere, soffrono a causa della mancanza di terapie soddisfacenti per molte malattie, e a causa dell’incapacità di comprendere a sufficienza e prevenire condizioni gravi, come ad es. il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza. Si deve anche riconoscere, afferma Balls, che i farmaci rigettati a causa della tossicità o inefficacia negli animali potrebbero essere stati efficaci nell’uomo, senza tali effetti collaterali.
“Dovremmo quindi avere una visione più ampia del significato e dell’importanza del termine disumanità”, scrive ancora l’autore “ed è per questo che io sono commosso e incoraggiato da quello che lo stesso trattato enuncia “Se dobbiamo usare un criterio per la scelta degli esperimenti, quello dell’umanità è il migliore che potessimo inventare. I più grandi esperimenti scientifici sono sempre stati anche quelli più umani, trasmettendo quel senso di bellezza ed eleganza che è l’essenza della Scienza nella sua massima espressione.
Nel suo articolo Balls conclude:
“Ripensando ai miei oltre 60 anni di attività come scienziato, e considerando tutto ciò che ho fatto, letto e imparato lungo la mia strada, sono sempre più sbalordito dagli sforzi profusi e dalla carica emotiva che molti colleghi mettono in campo nel difendere la sperimentazione animale e per mantenere la libertà di poterla praticare. La fornitura commerciale di animali da laboratorio, mangimi, gabbie ed altre attrezzature è un affare molto grande e l’uso dei modelli animali continua ad essere il fondamento per le carriere di grande successo. Cerco di non essere cinico, ma non posso fare a meno di ricordare la citazione attribuita a Upton Sinclair, illustre autore e commentatore, che avrebbe ricevuto il Premio Pulitzer per la narrativa e che si candidò (senza successo) per il governo della California negli anni 30: è difficile convincere un uomo a capire qualcosa quando il suo stipendio dipende dal fatto che non lo capisca”.
Balls M. It’s Time to Reconsider The Principles of Humane Experimental Technique. Altern Lab Anim. 2020 Jan;48(1):40-46. doi: 10.1177/0261192920911339